Spulciavo tra i miei vecchi libri e appunti, come faccio parecchie volte, ma non cercavo nulla di particolare. Però … ad un certo punto mi è capitata tra le mani una poesia di Eugenio Montale dal titolo “Chissà se un giorno butteremo le maschere”. In tutta onestà non la ricordavo, ma quel titolo mi ha incuriosito tanto e mi sono detto: “Vuoi vedere che ne può nascere una riflessione utile per tutti noi?”

Inizia così “Chissà se un giorno butteremo le maschere che portiamo sul volto senza saperlo. Per questo è tanto difficile identificare gli uomini che incontriamo”. La poesia poi continua ma per me è sufficiente … mi fa già pensare al contrasto tra apparenza e realtà.
Tante volte “indossiamo la maschera” e non diciamo il nostro vero pensiero … non dimostriamo il nostro vero volto non facciamo arrivare agli altri le nostre emozioni. Frasi fatte, sorrisini di circostanza oppure espressioni “imperturbabili”. Vogliamo parlare poi della maschera indossata da parecchi personaggi pubblici che per “gioco di squadra” ci fanno arrivare messaggi e sensazioni non veritiere ma che le circostanze o l’appartenenza ad una certa idea impongono. Ahi! Ahi! Quanto è bella la spontaneità, come sarebbe bello mostrare sempre chi realmente siamo sul “palcoscenico della vita” senza simulazioni, finzioni e … maschere … come dice il poeta. Non so perché, non so come e non so nemmeno se collegabile alla poesia di Eugenio Montale, sono andato a cercare tra gli appunti una frase che non mi era piaciuta e che ritenevo importante. È una frase di Martin Luther King: “Non ho paura degli urli dei violenti ma del silenzio degli onesti”. Secondo me, anche se a prima vista sembra trattare un argomento diverso, in realtà la matrice rimane la stessa: “essere sempre se stessi ed avere la forza ed il coraggio di essere sempre se stessi, di esprimersi per quello che si è, senza “baratti” né compromessi. Mettendo assieme le riflessioni nate tra la poesia di Montale e la frase di Martin Luther King … quante volte succede di indossare una “maschera silenziosa” e non esprimere il proprio vero “pensiero . Quante volte avremmo voglia di dire: “A me non piace”, … “Non sono d’accordo” … “Sono contrario a quello che dite” … “Sono con te” … “Sono con voi” ma non lo facciamo perché indossiamo la “maschera” che ci nasconde. Questo viaggio tra gli appunti, a me è servito … chissà possa diventare motivo di riflessione anche per chi legge l’articolo. Pensiamoci.
Giuseppe di Lieto
