La scienza è credibile perché basata sul controllo, la revisione e la continua rimessa in discussione dei risultati raggiunti. Nè la politica, né la fede possono dire altrettanto.
Ogni giorno ci confrontiamo con problemi come il mutamento climatico o la sicurezza dei vaccini o con nuove trovate terapeutiche improponibili (una delle ultime dall’America anti-scientifica di Donald Trump riguarda l’aspirina che farebbe venire l’autismo se assunta in gravidanza!). Ogni giorno vari e purtroppo ampi strati di popolazione urlano slogan contro le indicazioni basate su riscontri scientifici (per poi ricorrere alla medicina e alla tecnologia tutte le volte che ne hanno davvero bisogno).
Ma di fronte a informazioni contraddittorie che ci raggiungono sui media e la quantità di spazzatura che si riversa sui social a volte schierarci è difficile. Compiere una scelta di campo in molti casi significa rispondere a domande che prevedono il possesso di informazioni che sono al di là della nostra competenza. In questi casi semplicemente “dobbiamo fidarci”.

Ma di fronte a informazioni contraddittorie che ci raggiungono sui media e la quantità di spazzatura che si riversa sui social a volte schierarci è difficile. Compiere una scelta di campo in molti casi significa rispondere a domande che prevedono il possesso di informazioni che sono al di là della nostra competenza. In questi casi semplicemente “dobbiamo fidarci”.
Fidarci non è credere incondizionatamente
Proprio in questi casi diventiamo più facilmente manipolabili dai promotori dell’antiscienza, da chi ci intorta di bugie, di false teorie, di bufale messe in giro per sviarci, per guadagnarci, per mettere in luce se stesso o il proprio partito o seminare paura, odio e incertezza. Purtroppo non c’è equilibrio tra il potere della menzogna e la forza della verità. La prima è sempre più facile da credere, più soddisfacente, più ottimistica, più comoda, più vicina al senso comune. Non è forse più comodo per tutti credere che il clima vada bene così, che si possiamo continuare a inquinare con i nostri diesel fregandocene delle leggi europee (che “vogliono solo affossare le nostre industrie automobilistiche), credere che il Covid è stata una enorme congiura architettata dalle multinazionali del farmaco e alla malora i dati dei milioni di morti accertati (magari sono tutti “morti dal ridere”). La bugia, come la magia, l’ideologia, la propaganda non si confrontano mai con i fatti, non fanno esperimenti, non controllano gli effetti, non si assumono responsabilità né si confrontano con opinioni diverse. Per definizione non hanno dubbi e demonizzano, calunniano coloro che osano obiettare. Deflagrano come bombe risvegliando le nostre più intime paure o convinzioni o preconcetti. Non ci chiedono di pensare solo di provare emozione (odio, timore, autostima, rabbia). Il nostro cervello sembra fatto apposta per cadere nella trappola: è una macchina per credenze, è un “avaro cognitivo” cerca sempre scorciatoie, non ama lavorare e si affida facilmente al più forte, a chi urla di più, a chi appare più certo, convincente, ricco o famoso.
Elogio del dubbio

Noi siamo affamati di certezze, amiamo le parole d’ordine e le “verità assolute”. Al contrario la scienza è il terreno del dubbio, dello scetticismo organizzato. Qui tutto è sempre rimesso in discussione, ogni traguardo diventa l’occasione di un nuovo passo in avanti, di un nuovo punto interrogativo. Dare fiducia alla scienza è difficile,
costa fatica perché non dice mai una parola definitiva, ogni domanda porta a un’altra senza mai arrivare in fondo. Se abbraccio la scienza, se confidiamo di lei non basta fare un atto di fede, dobbiamo sforzarci di comprendere, usare la nostra capacità di ragionare. Le bugie, le bufale non hanno bisogno del nostro cervello: colpiscono nella pancia, costruiscono il loro potere sulle nostre paure contando sulle nostre speranze, sui luoghi comuni, su tesi preconcette e magari sull’autorità vera e presunta di chi ce le dice (Un divo? Un amico? Un politico? Il presidente degli Stati Uniti?).
Il metodo scientifico
Gli scienziati invece ci mettono davanti ai nostri fallimenti, non ci rassicurano, non ci indicano la strada più facile. Ci dicono che il mondo si sta riscaldando. Ci dicono che i nostri comportamenti sono all’origine di molti dei nostri mali (tumori, cardiopatie, diabete…). Ci mostrano la ritirata dei ghiacciai, l’aumento della frequenza e della forza delle tempeste, la diminuzione della biodiversità, la finitezza delle risorse planetarie. Tutte cose che ci piacerebbe non sapere. Non è forse tanto comodo nascondere la testa sotto la sabbia? Il paradosso è che saremmo persino capaci di credere alla apocalisse prossima ventura ma gli scienziati non sono Savonarola. Non ci schiacciano sotto il peso di “incontestabili” profezie (a cui tendiamo a credere acriticamente). A differenza dei profeti di oggi o di ieri gli scienziati non urlano le proprie conclusioni come verità divine, al contrario comprovano le proprie tesi con esperimenti, controlli, analisi, ricerche, grafici, calcoli. Riconoscono con onestà che i risultati possono subire modifiche sulla base di nuove ricerche e approfondimenti. Modificano, rivedono e migliorano le proprie conclusioni e le teorie che le sostengono lasciandoci in una situazione di scomoda incertezza, obbligati a prendere posizione, a farci delle domande, a pensare. Nonostante il metodo scientifico (introdotto da Galileo Galilei) corroborato dall’intera comunità dei ricercatori nel mondo dia ormai da oltre 4 secoli lo strumento principe per la comprensione e trasformazione del mondo i sondaggi sull’opinione pubblica mostrano che una porzione significativa di persone non crede che il clima stia cambiando a causa dell’inquinamento prodotto dalle attività umane, non crede che ci sia un’evoluzione sulla base della selezione naturale e non è convinta della sicurezza dei vaccini, della validità degli OGM, della correlazione tra fumo e cancro ai polmoni.
Non confondiamo gli scienziati con la scienza
Gli scienziati sono prezzolati? Lavorano per l’industria bellica o per big Farma? Non sono mai d’accordo tra di loro? Cambiano teoria a ogni piè sospinto? Il fatto che una conoscenza scientifica possa essere parziale o incompleta o controversa non invalida la scienza ANZI è una prova della sua forza progressiva, della sua capacità di correggersi e andare avanti.

Il dibattito tra studiosi (che tanto ci disturbava durante il Covid con tutti quei virologi che sembravano sempre in disaccordo!) è un bene se viene mantenuto nell’ambito scientifico e non diventa politica o peggio ancora uno show televisivo! Ricordiamoci che anche i ricercatori sono esseri umani, soggetti come noi a pregiudizi, ambizioni, auto-infatuazioni, errori, ma la comunità scientifica è ampia e differenziata e in genere professa l’umiltà di fronte ai risultati che vengono messi a disposizione di tutti per essere comprovati o falsificati. La comunità scientifica è di norma in grado di reagire in modo da emarginare le mele marce, eliminare le anomalie, superare o respingere le false teorie. Scienza (e tecnologia) sono degne di fiducia perché “funzionano” ci regalano strumenti e farmaci affidabili, case che resistono ai terremoti, auto che funzionano senza esplodere, previsioni meteo convincenti, teorie che riescono a spiegarci come funziona il mondo, l’universo fino all’ultimo atomo, il corpo umano e l’intelligenza artificiale. E scusate se è poco.
Di certo i diffusori di bufale sono più popolari, più carismatici e sicuri di sé ma gli scienziati sono più onesti, e si prendono l’onere della prova e la responsabilità delle proprie affermazioni (conoscere un politico o un mago che lo fa?). Certo dovrebbero essere più aperti, trasparenti, convincenti e diventare dei comunicatori migliori. Ma anche noi dobbiamo sforzarci diventare degli ascoltatori migliori.
Scienza/Non scienza
Molti si sono presi la briga di distinguere la conoscenza scientifica da quella non-scientifica e definirne le caratteristiche. Sono in genere considerati due falsi approcci alla conoscenza che impediscono il progresso. Uno riguarda teorie che si impongono senza la caratteristica fondamentale di ogni teoria scientifica: la “falsificabilità”. Si tratta di teorie, miti, credenze che per loro natura non prevedono nessuna controprova, o esperimento o controllo che possa dimostrarne la fallacia. Possono essere tesi eleganti, convincenti, ma non sono scientifiche! Sono miti, credenze, alla meglio ipotesi. L’altro riguarda tutte quelle teorie, tesi, credenze, ideologie che si impongono senza spiegazione. Se qualcuno annuncia che una certa percentuale delle nostre opinioni politiche sono ereditate geneticamente, ma non spiega come i geni possano causare le opinioni, sta dicendo che le nostre opinioni nascono “magicamente”… e quindi anche le sue. La scienza è fatta di affermazioni sulle realtà spiegabili, comprovabili.
Nicoletta Salvatori
